
Il casoto dela molonara di Via Libertà, ultimato e subito rimosso.
Vi ricordate come la nostra cittadina è arrivata ad avere il suo boom economico? Bastava possedere un briciolo d’intraprendenza, si liberava una stanza della casa o un portico, si comperavano quei quattro utensili che erano indispensabili (le arte) e si iniziava l’attività. Pensiamo alle tante nostre botteghe artigiane. La stessa cosa succedeva in campagna; per esempio era quasi d’obbligo per un coltivatore di cocomeri tentare la vendita diretta attraverso la costruzione di un “casoto dela molonara”.
Il casoto della tradizione aveva un’ossatura in legno di pali robusti o travi ed era rivestito di “arele” (canna palustre) o fascine di legna, il tetto in assicelle sopra le quali veniva posizionata la “careza” (carice) che si raccoglieva lungo i fossati. Attorno alle pareti perimetrali si piantavano le zucche che in breve tempo si sarebbero avvinghiate all’intelaiatura del casoto e l’avrebbero ricoperto con le loro larghe foglie.
Per il Centro Studi e Ricerche, sempre attento al recupero delle tradizioni locali, ricreare l’ambientazione del “casoto della molonara” voleva dire cercare di essere il più fedele possibile nella costruzione, pur con gli opportuni accorgimenti in termini di sicurezza per i frequentatori. Il casoto, pertanto, aveva preso la sua forma nel luogo che avevamo concordato, ma evidentemente alcuni aspetti di criticità della nostra iniziativa sono emersi proprio al termine dei lavori.
Oggi non basta più l’intraprendenza di un singolo o di un gruppo, come nel nostro caso; è sufficiente che un cittadino qualsiasi (a cui magari non piace l’idea o non apprezza l’autonomia con la quale proponiamo le nostre iniziative) ponga un dubbio o un’osservazione su quello che stai realizzando, che si mette in moto la macchina burocratica, la quale, nel nostro caso, ha alimentato timori e responsabilità che arrivavano a scardinare o stravolgere il disegno iniziale tra i vari soggetti in gioco. Ringraziamo comunque l’Amministrazione Comunale che non solo sin dall’inizio ci ha incoraggiati e sostenuti a realizzare l’iniziativa, ma si è adoperata fino in fondo perché la molonara potesse iniziare la sua attività.
Sicuramente il ricco programma estivo in cartellone offrirà ai cittadini diverse occasioni di gustare l’anguria, ma il contesto non sarà minimamente simile a quello che avevamo intenzione di proporre. Ci dispiace, perché il nostro intento era quello di legare l’aspetto culturale del recupero della tradizione con un’attività di volontariato a scopo benefico a favore dell’associazionismo locale che si occupa del sostegno scolastico e dell’animazione socio-culturale a favore dei minori in difficoltà.
Pazienza! Cercheremo di fare del bene ugualmente. Buona estate a tutti i lettori!