Arte e mestieri di una volta: el ferar (fabbro)

In ogni paese el ferar si adattava a fare qualsiasi lavoro che fosse richiesto o di uso contadino come zappe, badili, chiodi, asce, roncole, anelli di catene e catenacci, cardini per porte e finestre… Nella sua fucina vi era una specie di camino in cui ardeva il fuoco di carbone attizzato da un mantice azionato…

Arte e mestieri di una volta: “i caretieri”

La gente che viveva nelle masserie, di solito, possedeva un asino e un piccolo carro a due ruote che serviva per gli spostamenti e la raccolta dei prodotti della terra: fieno, frumento, verdure, riso e ortaggi in modesta quantità ad uso familiare, ma per rifornire il paese di farina, vino, olio, carne, sale, legna, per…

Arte e mestieri di una volta: i molinari

Nel mondo occidentale le mole (o macine) a ruota orizzontale compaiono nella seconda metà del secolo IV° a.C., in Grecia. Quelle romane sono a ruota verticale e per spingere i bastoni infilati nel mezzo della mola esterna, c’era bisogno della forza umana o animale. L’inventore fu l’architetto Vitruvio, vissuto nell’età augustea. Ma già il poeta…

Arte e mestieri di una volta: el selar (sellaio)

I finimenti dei cavalli, asini e muli da soma si facevano dal selar nel suo negozio-laboratorio. La bardatura da lavoro degli equini consisteva in: pettorali, basti, sottopancia, collari, briglie, paraocchi, tutti fatti cuoio grosso, duro, nero che l’artigiano lavorava dopo averlo ammorbidito immergendolo a lungo nell’acqua, poi battuto e cucito secondo modelli antichi e rustici…

Arte e mestieri di una volta: sarte e barbier

La sua bottega si apriva sotto un’insegna dipinta a motivi floreali. La gente modesta ordinava un vestito solo in occasioni particolari che segnavano tutta la vita: un evento straordinario, la Prima Comunione, le nozze, in stoffa nera, che poi serviva per tutte le cerimonie liete e tristi. In campagna non si usava il cappotto, gli…

Arte e mestieri di una volta: el paruloto (pentolaio)

Girava per le strade e paesi cercando il lavoro a domicilio: quello appunto di riparare i paròi (paioli) della polenta e del bucato, pentole di rame di varie dimensioni, dal paroléto per bollire il latte, ai giganteschi paròi de la lissia (del bucato) a quelli usati quando si broàva el mas-cio (si scottava la pelle…

Arte e mestieri di una volta: el moleta (arrotino)

I coltelli e le forbici erano beni preziosi. Nelle case di campagna, un coltello da cucina, “la possada”, faceva il giro di tutti i numerosi commensali che usavano solo il cucchiaio e la forchetta. Le forbici erano un patrimonio delle madri di famiglia, servivano per tagliare la biancheria, rattoppare gli abiti e “studiar” il pollo.…

Arte e mestieri di una volta: el caregar (seggiolaio)

Le careghe erano di legno piuttosto grezzo con la seduta di paglia intrecciata che con l’uso assiduo, a poco a poco, si mollava e faceva “la cuccia” adattandosi al “fondo” di colui che la usava abitualmente. Esistevano anche i caregoni, piccoli e alti con una stecca davanti che si agganciava, su cui venivano collocati i…

Arte e mestieri di una volta: el pistor

È di origine latina da Pistrinum (molino) e significa sia fornaio (colui che fa il pane) e panettiere (colui che lo vende). La sua attività aveva inizio la notte; quando l’orologio del campanile batteva le due, egli si alzava e scendeva al forno con uno o due garzoni (pistoreti). Dalla sera precedente nella mastela, modesta…

Arte e mestieri di una volta: el scarpar

I Nobili del paese e la borghesia si facevano confezionare su misura le calzature in città, ma quando erano necessarie delle riparazioni ricorrevano al scarpar che aveva la sua botteguccia sulla via principale e, quando c’era bel tempo, portava il deschetto sulla soglia. Ma il suo lavoro principale consisteva nel preparare le sgalmare ricavate da…