Se muore un poeta

Amico lettore, come una lamentazione di Geremia: la Bassa scomparsa, la Bassa che cambia, che dice addio sotto i colpi inesorabili delle trasformazioni socio-economiche e culturali; devastata, violentata dall’irruzione cinica dei schei, imbastardita dai nuovi barbari venuti dal mare, Bassa che ha divorato la sua anima antica fatta di sanità, laboriosità, solidarietà, di fede, preghiera…

A Marzo ogni mato va descalzo! Sarà vero?

Fatto sta che, quando hanno inventato questo detto, la maggior parte dei contadini e perciò della popolazione, non aveva soldi per comprarsi le scarpe e si andava a piedi scalzi per la maggior parte dell’anno. Spesso, ma non sempre, davanti a casa c’era un catino con dell’acqua dove risciacquarsi i piedi prima di entrare e…

La cabala del gnoco

Questa poesia di Berto Barbarani prende lo spunto dalla caratteristica e pittoresca festa carnevalesca, che si svolge a Verona fin dal secolo XVI, e che si chiama “Venerdì gnoccolar”. Qui il poeta esalta una delle pietanze più note della cucina locale, gli gnocchi, confezionati con farina di patate e abbondantemente conditi con burro e formaggio.…

Angurie

Sui banchi de piassa (lanterne e baloni) le facie sganassa dei mèsi testoni…   L’è sagra de angurie, che va su le furie da rosse che j è…   ’Na fila de omassi, con fato su i brassi sbatendo el cortel,   i sbraia a gran vosse: « A taio le rosse! » L’è un…

Radici

Ho visto ulivi contorti dalla fatica degli anni, ho visto mari colorati dai mille riflessi del blu, ho visto distese di boschi nell’incanto di verdi fragranze, ho visto il bianco dei ghiacciai riflettere silenzi eterni, ho visto albe e tramonti incendiare il cielo, ho visto sentieri ombreggianti tentarmi con seducenti promesse.   Ma… quando ho…

Spero anca mi

di Gina Bellare (per onorare la sua memoria) Ne l’aldilà spero de riveda mama e bupà, zii, parenti, visto che dala morte no semo gnissun esenti. No se pol star sempre chi, anca senza valisa bison partir.   Spero in chel mondo indò no se pianze, indò se tribola l’è meo no starghe. Spero in…

In filò

Una stala bruta e negra Co tre bestie a la cadena, E na lampada che apena La difonde el so ciaror. – Muri mogi de siroco Bruti e sporchi tuti quanti, Quatro travi sgiossolanti, Pavimento a onda de mar. – Sinque scagni e tre bancheti Do careghe sgangherae, Paia e cane strassinae, Eco tuto parecià.…

Profumo d’amore

Guardo l’universo, il cielo, il sole, la luna e le stelle. Sono tutte cose del Creato: l’erba del prato, un fiore colorato che si dondola con dolcezza alla piccola brezza. Sono tutte cose belle, ma il fiore più bello sei tu, che ti appoggi con dolcezza a chi ti sostiene; a chi allunga la mano…

Na careza ruspia

Sgagno ’sta grosta de ani e zerco la polpa de l’anima ne la me contrà mai desmentegà, coi spianzi de le rane nel cao e le me sgalmare par el trodo. Me zerco ne le tànie de le rogazion con le crocete d’albara a la Vegara nel spanir de na matina rosa e ne l’ulivo…

Alla prima luce

Ha suoni ovattati l’alba, solo il canto del gufo, fra le foglie del gelso, è un’unghiata che fende la brezza mattutina.   Le pratoline ancora chiuse sanguinano d’aurora, e le ultime falene girovagano spaesate striando l’intermittenza di un neon assonnato.   Ho sognato stanotte, un’incosciente sensazione, irruenta come il torrente nella piena di primavera, ardente,…