Eravamo Venetkens

Favolosi discendenti dei troiani, i veneti dell’antichità escono dal mito. A partire dal nome, scoperto in un’iscrizione nel Vicentino. Sorpresa: ci somigliano

Nella guerra tra Achei e Troiani, stavano dalla parte dei secondi. Troia perse il controllo dell’Ellesponto, come narra l’Iliade, e iniziarono i viaggi per mare degli eroi superstiti: Ulisse per tornare a Itaca, Antenore, il mitico fondatore di Padova, verso nord. I Veneti antichi arrivano secondo la mitologia dall’Asia Minore: ed erano abili cavallerizzi, stando alle centinaia di statuette equestri rinvenute. Approdarono nell’Alto Adriatico e fecero fiorire nel I secolo a.C. una nuova civiltà: in modo non indolore, spazzando via gli Euganei.

Le evidenze archeologiche, invece, risalgono a tempi precedenti e fanno pensare a una evoluzione delle popolazioni preistoriche locali attraverso la contaminazione con nuovi arrivati, forse dal delta padano, che attorno all’anno mille diedero vita a una realtà culturale omogenea dal Veneto al Trentino meridionale fino al Friuli Venezia Giulia. Abitarono un territorio di paludi e lagune, ma anche di colline e montagne, conquistato mentre si procedeva verso l’interno. Già all’epoca era ben preciso il senso d’identità: Venetkens, recita un blocco di basalto rivenuto a Isola Vicentina e custodito al Museo archeologico di Vicenza. <…>

La scrittura, insieme al forte senso del sacro, è una cifra distintiva dei Veneti antichi, testimoniata dai ritrovamenti di lamine nei santuari (come l’epigrafe con dedica alle divinità rivenuta a Monte Berico), da tavolette alfabetiche, da pietre incise su argomenti legati al commercio e alla vita militare. <…> È ormai possibile aggiornare il quadro delle conoscenze sulla civiltà dei Veneti, dalle capanne dell’VIII e V secolo a.C. , verso le alture dal V al III secolo, per arrivare al momento in cui i Veneti entrano in contatto con la civiltà romana nel II e I secolo a.C. , quando è ormai palese che quello veneto è un popolo con i propri usi, con codifiche relazionali e una religione basata sul culto dell’acqua e dei morti. I molti bronzetti rinvenuti nelle necropoli, dove uomini e cavalli totemici erano sepolti insieme, parlano di una capacità artigianale avanzata, di una logica urbanistica nelle costruzioni così come di una cultura basata sul lavoro. Esattamente come oggi.

di Nicoletta Martelletto

 adattato da L’Arena, 6 aprile 2013

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