La Fattoria in Fiera: una scelta coraggiosa

Quando giovedì 2 febbraio sono andata a vedere, la fiera di San Biagio di Bovolone era in allestimento; c’era un grande lavorio, un traffico di mezzi agricoli. dai più piccoli ai mostri mastodontici coloratissimi che mettono in soggezione solo a vederli, tanta gente indaffarata, padiglioni di alimentari provenienti da tutta Italia, capannoni… e, quasi in disparte, discreta, una struttura con un grande cartellone sulla porta d’entrata con su scritto “LA FATTORIA IN FIERA”.

Come insegnante in pensione ero curiosa e sono entrata.

PROFUMO DI PAGLIA, VERSI DI ANIMALI, UN GRANDE CORTILE CIRCONDATO DA STANZE CON TETTI DI COPPI… E HO AVUTO SUBITO LA SENSAZIONE DI ESSERE ENTRATA IN UNA CORTE ANTICA COME QUELLA DEL FINILETTO A VALLESE. Meravigliata mi sono messa a commentare ad alta voce: ”C’è perfino il campanile, ci sono le stanze arredate che sembrano quelle dei miei nonni, quelle che i nostri avi hanno abitato per secoli, dal medioevo in poi, fino a quando è arrivata l’elettricità in casa (e il motore a scoppio per la coltivazione dei campi).“

IL GIORNO DOPO ERA TUTTO PRONTO

Le stalle, i laboratori di attività manuali per le scolaresche in visita con gli insegnanti (Nonna Papera che insegna ai bambini a fare le tagliatelle e i biscotti di pasta frolla di Santa Lucia, che poi si porteranno a casa in un sacchetto) e la decorazione di ferri di cavallo, per poi vedere i ferri di cavallo veri sotto gli zoccoli del cavallo vero! E poi laboratori di arti visive, le visite agli scultori… e gli animali nella stalla, quelli veri!

Sono venute in visita anche scuole di altri comuni (Salizzole, Cerea, Legnago, Isola Della Scala), scuole di ogni ordine e grado, perfino Istituti Superiori Statali, famiglie coi figli piccoli, sono venuti tutti a conoscere la vita dei Veneti nei tempi passati: la lissia, la monega, la mescola, la ramina e perfino la graspia. Personaggi in costume dell’epoca hanno drammatizzato e spiegato gli ambienti rendendoli rievocativi. E nell’aia il teatro, che sembrava quello dei girovaghi e dei cantastorie, animato dalle locali compagnie teatrali e il cestaio, il gioco dello s-cianco, le sgalmare, i burattini mossi dai bambini, mentre Nonna Maria, la stria con la cotola descusìa, cantava la storia di Cappuccetto…

Mi auguro che l’anno prossimo si potranno aggiungere laboratori ancora più numerosi. Insomma è stata una vera GODURIA PER TUTTI, grandi e piccini, che merita di diventare una tradizione attrattiva della fiera.

A proposito, c’è UN MUSEO VISITABILE “LA CORTE VECIA” a Bovolone in via Valbauzzo, con bosco di noccioli dove poter fare la propria merenda a casa di Giancarlo Massagrande. CHE NE DITE? CI ANDIAMO?

di Maria Soave

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