I va in Merica… ma tornano

Da sempre i Veneti hanno avuto grandi migrazioni nei momenti cruciali, periodicamente, mentre le famiglie subivano carestie, guerre e malattie che le falcidiavano.

Col cuore in una morsa di dolore, per dover allontanarsi da affetti e luoghi cari, nell’incertezza del futuro, con in mano solo quel pezzo di carta che documentava che erano stati accettati per un posto di lavoro in un altro mondo… in una miniera, in Alaska, Canada, Germania, Francia… o in una fabbrica in Inghilterra, in Svizzera… o nella Pampa in Argentina o in Brasile (dove dovevano vivere nelle capanne lasciate vuote dagli schiavi liberati).

Noi Veneti non siamo emigrati per stare meglio, sapevamo di dover lavorare duramente per risparmiare un po’ di soldi da mandare a casa, per sfamare la famiglia. Non eravamo quelli che rubavano la terra ai nativi, razziando e sterminando. Noi andavamo a “servire” gli altri.

Dovunque siamo emigrati, noi abbiamo fatto ricca la terra nuova, con nuovi padroni. Siamo stati bonificatori, perché abbiamo saputo bonificare le nostre paludi fin dal Medioevo, per fare produzioni di grandi quantità di riso, mais, vino; da millenni siamo allevatori di cavalli e bestiame, già dai tempi dell’Iliade (3000 anni fa)… e siamo ingegneri, costruttori di dighe in tutto il mondo e di canalizzazioni fluviali.

Don Walter Soave, cappellano minatore in Francia

Sì, periodicamente andavamo, esuli, con una valigetta o un sacco di stoffa cerata a spalle per lavorare altrove e, se tutto andava bene, trasferivamo anche la famiglia.

Oggi ci sono associazioni che raccolgono i migranti Veneti. Si chiamano “Associazioni dei Veneti nel mondo”. Siamo ormai più numerosi all’estero che non in Italia. Tantissimi emigrati continuano a parlare la lingua veneta e rispettano le tradizioni venete in famiglia tramandandole ai nipoti, mantenendo salde le radici a cui appartengono. Tanti ritornano a visitare, con la famiglia, quel luogo natio, come in un pellegrinaggio che sana il rimpianto, la nostalgia dei luoghi lasciati, ma sempre amati.

Così oggi stiamo assistendo al TURISMO DELLE RADICI, che nella nostra Pianura Veronese ha cominciato a contare sempre più numerose presenze, per cui stiamo organizzando percorsi e visite diversi dal turismo tradizionale a cui siamo abituati. È un turismo che ci porta ad apprezzare i cimiteri dove troviamo i nostri avi, le chiese centenarie dove si partecipa ancora a riti antichi e a feste di paese come le fiere.

L’ASSOCIAZIONE “VERONESI NEL MONDO DELLA PIANURA VERONESE” da tempo, attraverso un giornale mensile che raggiunge i veronesi di tutto il mondo, e attraverso i consolati, raccoglie, appoggiando, assistendo, e consigliando ovunque i nostri emigrati. E così ci siamo accorti di essere cittadini del mondo, pur rimanendo un popolo unito.

Una grande passione e attenzione, come quelle del nostro PRESIDENTE CLAUDIO VALENTE, continuano a spronarci e coinvolgerci instancabilmente per tracciare la via della COLLABORAZIONE E DELLA PACE; quelle virtù che hanno ispirato la nostra pianura nella vita, negli insegnamenti e nelle opere di DON WALTER SOAVE (che è stato cappellano degli emigranti in diversi stati) a cui è stata dedicata la sezione di questa associazione e che ha una piazzetta a lui dedicata a Legnago e un museo che raccoglie cimeli e lettere della sua vita a Roverchiara.

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