Fari spenti, le nuove cattedrali;
dorme la coscienza, nell’indifferenza.
Lo spazio che fu rifugio
è mutato in fredda isola!
L’incessante divenire
rende oscuro l’uomo
e viene meno ogni certezza.
Effonde la natura nel silenzio,
le sue quiete melodie.
Sparge pace ma, senza sosta sfugge
l’alfabeto divino:
nella lingua indistinta dell’onda
consonanti, vocali indecifrabili
fluttuano nella risacca.
Oltre il limite della parola
la poesia insegue armonia,
filo teso nel vuoto di
tenerezze perdute.
Giuseppe Aguglia
(Poesia premiata alla XVI edizione del Concorso Letterario “Mario Donadoni”)