Radames Mattioli, originario di Roverchiaretta, da ragazzino trova lavoro come garzone nella bottega di Idalgo Ziviani. Col passare degli anni, apre una sua bottega in via Villa S. Rocco a Roverchiaretta e da autodidatta inizia il lavoro di intagliatore.
Con la chiusura del Concilio Vaticano II e la riforma della liturgia che invita i sacerdoti celebranti a rivolgersi durante la S. Messa verso i fedeli, negli anni ‘70 viene incaricato dal parroco a costruire l’altare per la chiesa della Madonna del Carmine di Roverchiaretta, realizzato in legno di cirmolo della Val di Fiemme che ben si presta all’intaglio.
Proprio in quegli anni Radames lascia Roverchiaretta per trasferirsi a Tarmassia in un piccolo laboratorio di falegnameria. In seguito si sposta a Corte Campolongo, vicina ai paesi di Bovolone e Villafontana, dove alterna al lavoro di falegname la passione per la scultura.
A Schio partecipa al suo primo simposio di scultori, ma per Radames è quasi un dramma: l’emozione di lavorare davanti ad un pubblico e la paura di non riuscire a realizzare l’opera è molto forte. Di seguito partecipa a tanti altri simposi in tutto il Nord-Italia. Nel 2015 al Concorso Internazionale per Artisti Intagliatori del Legno ad Asiago Radames Mattioli vince il primo premio della giuria popolare ed il secondo della giuria tecnica.
Nel 2016 a Riva di Vallarsa (TN), ha trasformato un tronco grezzo alto 150 cm in una scultura davanti a un folto pubblico e una giuria tecnica. Ha usato un’elettrosega per sgrossare il tronco e a seguire ha utilizzato sgorbie e mazzuoli. In questo concorso Radames vince il primo premio sia della giuria che del pubblico con la seguente motivazione: “Mattioli è riuscito, con grande capacità tecnica e maestria, a raccontare la Grande Guerra attraverso figure iconiche facilmente riconoscibili, inserite con originalità in un percorso narrativo che moltiplica i volumi della scultura”.